Musica di PAOLA MAGNANINI
Soggetto di Alessandro Barbaglia
Libretto di Salvatore Sito
Direttore Vincitore Concorso Città di Brescia -
Giancarlo Facchinetti
Regia Accademia AMO
Attori Alessandro Barbaglia ed Emma Pilota
Cast Accademia AMO
Nuova commissione Fondazione Teatro Carlo Coccia di Novara
Introduce la vicenda un commissario annoiato, alle prese con la solita routine: mantenere l’ordine in una città dove il pericolo maggiore sembra essere rappresentato dai gatti randagi. In effetti, l’evento più eccitante della sua giornata è la colazione. Eppure sembra che non sia sempre stata questa la sua vita. Il Commissario aveva un grande sogno, diventare un pittore. Sapeva però che suo padre, militare severo e stimato, lo disprezzava per questo. Un giorno lo sentì esprimersi con le parole “lei non sa chi sono io”, per descrivere quanto fosse umiliante per una persona del suo calibro avere un figlio del genere. Quell’episodio lo ferì a tal punto da decidere di accantonare il suo sogno per dedicarsi ad una carriera più onorevole agli occhi della famiglia. Quando sembra ormai perduta ogni speranza di cambiamento, una Cenerentola “in incognito” fa irruzione nel commissariato e nella vita di quest’uomo con un chiaro obiettivo: convincerlo a dare fiducia ai sogni. Nel farlo lo avverte che il tempo a sua disposizione sta per scadere. La banda dei fratelli Grimm è in agguato e un grande lupo sta per arrivare in città. Il Commissario si sente preso in giro e la allontana in malo modo, ansioso di riprendere agio nella sua “confort zone”. Al punto di appisolarsi. Questo apre uno scenario onirico, nel quale si presentano i personaggi che simboleggiano le sue paure più profonde: una strega cattiva, ma imbranata ed un terribile lupo nero un po’ attempato. I due si raccontano con leggerezza e ironia cosa avviene realmente nelle vite dei propri amici, i più celebri personaggi delle fiabe. Tutto quello che all’apparenza può sembrare perfetto si può sgretolare semplicemente vivendo. Persino miti e leggende appaiono stressati e squilibrati. Questi “sogni”, alternati ai perseveranti tentativi di Cenerentola confondono, spaventano e al tempo stesso attraggono il Commissario, che pian piano percepisce il risveglio della sua indole sopita. “Lei non sa chi sono io”, esclamato da Cenerentola al culmine degli eventi, sarà la frase che gli permetterà di evolvere, sentirsi in grado finalmente di riconoscere e quindi affrontare le proprie paure. La stessa espressione che aveva seppellito la sua passione diventa quindi lo strumento che gli permette di scardinare quel muro di sicurezza che si era costruito intorno e dentro il quale aveva deciso di rinchiudersi. Cenerentola può dunque finalmente manifestarsi nel suo ambiente ed esprimere la morale dell’opera: le fiabe non ci insegnano che il lupo esiste, ma che può essere sconfitto. L’opera si conclude con un quartetto che esorta a vivere la vita senza rimpianti e a credere sempre nei sogni, anche quando questi ci sembrano infranti.
Salvatore Sito