GIARDINO DELLA PREFETTURA
OPERETTA IN UN ATTO
ADATTAMENTO DE "LA VIEJECITA" ZARZUELA IN UN ATTO DI MIGUEL ECHEGARAY

Musica di MANUEL FERNÁNDEZ CABALLERO.
Traduzione ritmica e drammaturgia di Andrea Merli
Elaborazione musicale e orchestrazione di Giuseppe Guerrera
Carlo Eleonora Filipponi
Luisa Judith Duerr
Marchesa Valentina Marghinotti
Fernando Semyon Basalaev (14 giugno) / Ranyi Jiang (15 giugno)
Manuel WangYang Chen
Jorge Francesco Congiu

Direttore Matteo Castelli
Regia Ilaria Sainato (Accademia AMO)
Scene Matteo Capobianco
Coro Accademia AMO
Ensemble del Teatro Coccia
Nuova produzione Fondazione Teatro Carlo Coccia di Novara

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La Viejecita, ovvero "la vecchierella", zarzuela comica in un atto di Miguel Echegaray con musica di Manuel Fernández Caballero, andò in scena il 27 aprile del 1897 al Teatro de La Zarzuela di Madrid con vivo successo. Allo scapestrato ufficiale Carlo, innamorato corrisposto della marchesina Luisa, viene negato l'accesso alla festa nel palazzo del Marchese, al quale sono note le sue avventure. Canzonato dai commilitoni, scommette di andarci lo stesso e, addirittura, di baciare la sua bella. Perciò si traveste spacciandosi per una vecchia zia appena giunta dal Messico che nessuno conosce. Ovviamente vince entrambe le scommesse.
Ambientata a Madrid, la zarzuela fu tratta dalla celebre commedia del 1892 di Brandon Thomas, che ora ci presta il titolo. La parte di Carlo è interpretata da una donna, prima nelle vesti di un rude soldato e quindi indiavolata vecchietta. La prima interprete, Lucrezia Arana famoso soprano spagnolo, stava per far saltare il debutto poiché si rifiutava di indossare pantaloni, poi visto il successo, ci prese gusto…
La partitura originale che accompagna il libretto di questa zarzuela è perfettamente in linea, nella sua semplicità, con lo stile classico dell'operetta di fine '800 con tratti comici e frizzanti ma al contempo dolci e romantici.
Partendo dallo spartito canto-piano è stato immediato ed intuitivo il processo di rielaborazione orchestrale per un quintetto di strumenti che non desta la necessità di un più ampio organico bensì ne conferisce un carattere cameristico che rievoca un salotto ottocentesco. Si percepisce chiaramente che il compositore Caballero, nome non così noto a noi Italiani ma affermatissimo nella penisola iberica, sia stato di ottima penna dalla scrittura chiara ed efficace che permette una vasta gamma di colori e varie possibilità orchestrali.
Originariamente ambientata nella Spagna delle guerre napoleoniche (1808-1814), la nostra messa in scena trasporta la vicenda durantespagnola, con pochi riferimenti soprattutto nei costumi ispirati agli abiti anni '30-'40 del Novecento e alle "divise" delle brigate internazionali. La scenografia ideata da Matteo Capobianco è essenziale. Tradizionale e innovativa allo stesso tempo, si richiama ai fondali dipinti ma è realizzata con l'AI utilizzando porzioni di testo estrapolate dal libretto come parole chiave, creando così un riferimento senza tempo che ci trasporta direttamente nel cuore della vicenda.
Molte le suggestioni che mi hanno ispirato questa ambientazione, in primis il fatto che Carlo originariamente (come pure nel nostro allestimento) fosse interpretato da una donna. Mi piaceva l'idea di un soldato che non fosse immediatamente identificabile nell'aspetto e nel genere e il riferimento visivo per me immediato è stata la famosa foto di Hans Gutmann che ritrae Marina Ginestà sul tetto dell'Hotel Colon a Barcellona. In questa immagine, il fatto che la persona ritratta sia una donna non è significativo, quello che noi tutti vediamo è un combattente con il suo fucile, coraggioso e fiero. Così ho cercato di immaginare il nostro Carlo, tenendo però ben presente che la nostra è, e vuole rimanere, una vicenda leggera e divertente, e il fatto che il doppio travestimento di Carlo (interpretato da una donna che si traveste a sua volta da vecchia) non può che creare equivoci, ambiguità e situazioni bizzarre. Come Carlo, anche il coro dei Soldati e i Dragoni inglesi, sono interpretati da un piccolo coro di sei elementi e quattro attori, personaggi en travesti.
Presenza costante nella musica della Zia di Carlo è la danza, prontamente sfruttata nella regia: il plotone dei Dragoni inglesi entra in scena su un tempo di Schottisch madrilena e trasformano ben presto la parata in una coreografia che ricorda le figure delle danze di sala ottocentesche, i soldati si lanciano volentieri in improvvisati valzer e i due personaggi agée (La Vecchia e Don Manuel) danzano addirittura un improbabile minuetto. Per una maggiore attinenza con la musica ho realizzato le coreografie utilizzando forme e strutture delle danze di sala ottocentesche opportunamente rivisitate, "scomposte" e adattate alla nostra messa in scena e ai personaggi che le interpretano. la guerra civile