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OMAGGIO A RENATA TEBALDI

Musiche Pastiche d’opera
Direttore Nicola Paszkowski
Drammaturgia Emanuela Ersilia Abbadessa
Voce recitante Elena Ferrari
Regia Renato Bonajuto
Orchestra del Conservatorio Guido Cantelli

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Un giovane soprano deve debuttare al Teatro Coccia di Novara come Mimì ne La bohème di Giacomo Puccini e, entrando in sala, impaurita per la prova che l’attende, ricorda che Renata Tebaldi, su quello stesso palcoscenico cantò proprio quel ruolo.

Ne rievoca quindi la vita privata e la carriera attraverso le apparizioni di ombre che, materializzandosi davanti a lei, intonano le Arie più significative dell’esperienza della grande diva.

Seguendo la struttura dell’Opera italiana, la drammaturgia si apre con un pezzo strumentale e, strizzando l’occhio alla pratica dell’aria da baule, porta in scena i sentimenti, i ricordi, l’amore e la carriera di Renata Tebaldi, attraverso i brani più celebri del repertorio operistico italiano

Giuseppe Verdi, Preludio da La traviata

Namok Kim
Giacomo Puccini, “Sì, mi chiamano Mimì” da La bohème,

Gioachino Rossini, Ouverture da Il Signor Bruschino

Yo Otahara
Gioachino Rossini, “S’allontanano alfine… Selva opaca” da Guglielmo Tell

Namok Kim
Giacomo Puccini, “Vissi d’arte” da Tosca

Yo Otahara
Arrigo Boito, “L’altra notte in fondo al mare” da Mefistofele

Yo Otahara
Giuseppe Verdi, “Ave Maria” da Otello

Danae Rikos
Wolfgang Amadeus Mozart, “Porgi, Amor” da Le nozze di Figaro

Pietro Mascagni, Intermezzo da Cavalleria rusticana

Seolmi Lee, Francesco Congiu, Guannan Chen
Giuseppe Verdi, “Signora, che t’accade… Parigi, o cara” da La traviata

Namok Kim
Giacomo Puccini, “Un bel dì vedremo” da Madama Butterfly
Elena Ferrari, nata a Novara, attrice e regista, diplomata presso la Scuola del Piccolo Teatro di Milano fondata da Giorgio Strehler e diretta da Luca Ronconi, perfeziona la sua formazione con stage con la coreografa Carolin Carlson, con Bruce Meyers, Mamadoue Djoume e Marcello Magni (tutti attori di Peter Brook). Si laurea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Torino, in Scienze della comunicazione. Laureata in Scienze della Comunicazione presso l'Università di Lettere e Filosofia di Torino.

Esperienze lavorative:

Cofondatrice della Compagnia Cabiria Teatro, con cui ha realizzato i seguenti spettacoli: La dolce Guerra, In macchina, Be Happy, Ti affido la mia storia, Misura per Misura, Il giardino dei ciliegi. Rewind, Romeo e Giulietta opera ibrida. Insieme a Mariano Arenella dirige la rassegna di teatro “Le notti di Cabiria” dal 2018 ad oggi. Dal 2022 progetta e co organizza e realizza il progetto Stagelife che prevede spettacoli ad alta ibridazione tecnologica.

Ha lavorato in teatro con Giorgio Strehler, Luca Ronconi, Franco Però, Ruggero Cappuccio,Riccardo Muti, Jacques Lassalle, Giulio Bosetti, Tonino Conte, Paolo Ferrari, Paolo Bonacelli. Ha preso parte ad una quarantina di allestimenti interpretando Goldoni, Pirandello, Rostand, Lorca, Checov, Verga, Guareschi, Feydeau, Tabucchi, De Filippo, Fausto Paravidino e tanti altri.

Per il cinema e la televisione ha lavorato con Robert Golden (Wec Production, Londra), Laura Porrino, Alberto Rondalli, Corbucci e Pipolo, Solenghi-Lopez, G. Squizzato Vanni Vallino e Mariano Lamberti.

Ha co-scritto e co-prodotto gli spettacoli: “Cleopatra, Cesare e Antonio”, “Paloma” e “Sapere Tutto”. Dal 2007 collabora con la Compagnia Teatrale i Guitti di Brescia, con cui ha realizzato dieci allestimenti, tutti nel ruolo di protagonista. Nel 2012 inizia a collaborare con l'Accademia dei Folli di Torino debuttando con lo spettacolo “Il Bugiardo” di Carlo Goldoni. Dal 2011 cura la creazione di una serie di reading-spettacolo con musiche dal vivo dedicandosi ad alcuni autori letterari come Isabel Allende, Italo Calvino, Primo Levi, Giovannino Guareschi, Fratelli Grimm, Dacia Maraini e Concita de Gregorio. Nel giugno 2014 partecipa alla creazione dello spettacolo “Assassine” con la regia di Manuel Renga.

Ha vinto i premi “Wanda Capodaglio” (Primo premio, Bologna, Teatro delle Celebrazioni, Giugno 2001), “Prova d’attore” (Terzo Premio, Torino, Teatro Gobetti, Dicembre 2001) e “Aquilegia Blu” come miglior attrice e miglior autrice con uno studio su “Antonio e Cleopatra”.

Lavora dal 2004 come insegnante di recitazione: ha collaborato con la Scuola dei Teatri Possibili, sede di Roma, il Centro Artistico “Il Grattacielo” di Livorno, ha inoltre progettato e condotto il corso “Fabbrica Teatrale” realizzato dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Roma, e il corso “C’è aria di teatro” per quattro anni presso il Comune di Castelleone (Cr). Nel 2012 insegna presso la scuola Accademy di Oleggio (No). Dal 2013 insegna recitazione presso la Scuola del Teatro Musicale di Novara.

Diplomato in direzione d’orchestra con il massimo dei voti al Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze si è poi perfezionato con Ferdinand Leitner, Carlo Maria Giulini e Emil Tchakarov.
Attivo sia in ambito sinfonico che nel teatro d’opera, ha collaborato con numerose orchestre e istituzioni tra le quali: Orchestra della Toscana, Teatro Verdi di Pisa, Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari, Orchestra regionale del Lazio, Orchestra Filarmonica di Torino, Orchestra Sinfonica Siciliana, Orchestra Haydn di Bolzano, Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, Orchestra del Teatro Massimo di Palermo, Orchestra Filarmonica Toscanini, Orchestra Filarmonica di Montecarlo, Filarmonica di Cracovia, Royal Oman Symphony Orchestra, Teatro dell'Opera del Baharain di Manama, Orchestra del Teatro dell’Opera di Vilnius, Orchestra del teatro dell’Opera di Sofia, Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.
Dal 2000 al 2012 è direttore preparatore dell’Orchestra Giovanile Italiana – OGI, con la quale in seguito ha diretto numerosi concerti.
Dal 2012 al 2015 è direttore principale dell’Orchestra Giovanile del Teatro dell’Opera di Roma.
Su invito di Riccardo Muti, nel 2009 dirige l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e la Giovanile Italiana a Ravenna Festival e nello stesso anno, Krzysztof Penderecki lo chiama a dirigere il concerto di apertura del Festival Beethoven a Varsavia.
Nel 2010 è di nuovo alla guida della Cherubini per Il Trovatore, con la regia di Cristina Mazzavillani Muti. L’anno successivo su richiesta del Maestro Muti lo ha sostituito alla guida dell’Orchestra e del Coro del Teatro dell’Opera di Roma nell’esecuzione del Nabucco al Teatro Marinskij di San Pietroburgo.
Sempre al Ravenna Festival, nel 2012, dirige la trilogia “popolare” di Verdi, Rigoletto, Trovatore e Traviata. Nel 2013 è alla guida dell’Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini al Kissinger Sommer International Musikfestival.

La collaborazione con il Ravenna Festival e con la regia di Cristina Mazzavillani Muti continua con la trilogia “Verdi & Shakespeare”, Macbeth, Otello e Falstaff - 2013 e la Bohème nell’ambito della Trilogia pucciniana – 2015. Nello stesso anno inaugura la stagione estiva del teatro dell’Opera di Firenze con l’Orchestra del Maggio Musicale.
All’estero è protagonista di importanti produzioni come il concerto per i trent’anni della Rayal Oman Symphony Orchesta (2015), Falstaff e Macheth al Savonlinna Opera Festival, la Turandot di Puccini al Teatro Lirico di Sofia su invito di Raina Kabaivanska (2016), la Bohème a San Pietroburgo per il festival di Elena Obrazcova (2017).

A settembre 2017 dirige il concerto della finale del Concorso Internazionale Renata Tebaldi.
Nel 2018 è invitato a dirigere il Falstaff in Giappone presso la Showa University of Musc di Tokyo ed è alla guida dell’Orchestra Cherubini per l’Otello di Verdi, regia di Cristina Mazzavillani Muti. Rapporti che si mantengono l’anno successivo con Le Nozze di Figaro per il Giappone e l’Aida per Ravenna.
Dal 2018 al 2020 è direttore principale dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese, con la quale svolge un’intensa attività concertistica.
Tra il 2020 e il 2021 ha mantenuto un rapporto di collaborazione con l’Accademia di Showa University of Musc di Tokyo, seguendo la preparazione del Don Giovanni (2020) e Così fan tutte (2021) e nel settembre di quest’anno è tornato a dirigere una nuova produzione di Nozze di Figaro

Ha recentemente inciso per l’etichetta TACTUS un disco con musiche di Respighi.

All’attività concertistica affianca quella didattica come titolare della cattedra di esercitazioni orchestrali al Conservatorio Guido Cantelli di Novara.
E’ membro della commissione esaminatrice di “Italian Opera Acadamy” del maestro Riccardo Muti.

Emanuela Ersilia Abbadessa (Catania, 1964) ha studiato pianoforte e canto lirico. Ha insegnato Storia della Musica e Comunicazione Musicale alla facoltà di Lingue dell’Università di Catania. Lavora da oltre un trentennio nel campo della produzione di spettacoli musicali. Si è occupata della musica del Ventennio (Torino, 2005) e di rapporti tra musica e letteratura con studi su Brancati (Catania, 1997) e Bufalino (Ragusa, 2002). Ha al suo attivo oltre ottanta saggi di materia musicologica e due volumi: Ho un sassolino nella scarpa (Bonanno, 2005) e I teatri di Renzo Aiolfi (Bonanno, 2010). Ha collaborato con il Teatro Massimo di Catania. Scrive per il quotidiano “La Repubblica”. Attualmente si occupa dei progetti didattici e delle relazioni esterne per il Teatro dell’Opera Giocosa di Savona. Capo Scirocco (Rizzoli, 2013), vincitore del Premio Rapallo-Carige e del R. Brignetti Isola d’Elba, finalista ad Alassio Centolibri e al Premio Città di Rieti, è il suo primo romanzo. Nel 2016 ha pubblicato Fiammetta (Rizzoli), secondo al Premio Dessì e al Premio Subiaco Città del Libro e vincitore del premio “Fieramente il web”. Il suo nuovo romanzo È da lì che viene la luce (Piemme, 2019) è stato candidato al Premio Strega 2019. Ha ricevuto il Premio Etnabook 2019 per la Cultura.
L’idea dello spettacolo nasce dal desiderio di rievocare la figura, la vita e l’arte di Renata Tebaldi attraverso le Arie che l’hanno resa celebre.
Rispettando l’unicità della sua inarrivabile voce, è sembrato opportuno non mettere direttamente sulla scena un’interprete che avrebbe vestito i panni del grande soprano ma una giovane cantante che, entrando al Teatro Coccia - in cui deve debuttare il ruolo di Mimì - si rivolge direttamente allo spirito di Renata Tebaldi, mentore in absentia, perché, nello stesso teatro novarese, ella fu l’indimenticabile protagonista dell’opera pucciniana.
Dunque, con il sistema dell’Aria da baule, caro al melodramma, Una notte da Diva si struttura proprio come un’opera: si apre con un Preludio e prosegue con il dialogo intimo tra la giovane esordiente e il grande soprano che, di volta in volta, viene evocato sulla scena in forma di fantasmi dell’opera, spiriti dei più icastici personaggi femminili di Verdi, Puccini, Mozart. In questo modo, viene passata in rassegna la nascita di Tebaldi a Pesaro e dunque il suo legame con Rossini; gli anni di studio con Carmen Melis, celeberrima Tosca; il debutto con Mefistofele di Boito; l’audizione al Teatro alla Scala con Toscanini; i successi oltreoceano; i travagli del cuore; la costante presenza di Tina Viganò che le fu sempre vicina, fino all’apertura al futuro e alla speranza in uno struggente finale affidato a una delle più commoventi Arie pucciniane. Emanuela E. Abbadessa